Migliorano le condizioni del mercato automobilistico italiano, ma è solamente grazie agli ecoincentivi alla rottamazione. Il dato viene fornito dall’Aci (Automobil Club Italiano) e vede un aumento dello 0,59% rispetto allo scorso mese di giugno (sono stati immatricolati: 113.447 automobili). Nelle prossime ore andremo nel dettaglio del dato, guardando i vari segmenti ed anche le varie marche (sono quasi sicuro che la Fiat ha aumentato ancora la propria quota di mercato), ma al momento mi sento di dire che la condizione economica italiana è abbastanza debole. Nel mese di luglio scorso, secondo i primi dati forniti dall’Aci, l’acquisto della vettura è seguito dalla rottamazione di un veicolo vecchio per il 91% dei casi. Il mio pensiero è questo: molti rottamano il proprio veicolo vecchio e prendono una vettura nuova, preferibilmente convertita a gas; pochi sono coloro i quali non hanno, non possono o non vogliono rottamare la propria vettura per sostituirla con una nuova; pochi sono coloro i quali prendono un auto convertita a gas senza rottamare la propria autovettura. Insomma, gli italiani non si sono convertiti ad uno spirito ecologista se le cose stanno in questi termini, ma dimostrano ancora una volta come l’interesse della tasca prevalga su qualunque altra cosa. Infatti, rottamare la propria vettura e prendere una vettura a metano (omologata direttamente dalla casa) conviene: si risparmiano 5mila euro e costa meno il metano rispetto alla benzina. Per il Gpl si parla di un massimale di 3500 euro per le vetture più ecologiche. 5.000 sono gli euro massimali che possono essere risparmiati da parte di chi sceglie una vettura ibrida elettrica.
Se poi si va a vedere quali auto vengono rottamate in favore di quali vengono comprare credo proprio che se ne vedrebbero delle belle. La maggioranza rottama autovetture grosse, con grandi consumi sebbene abbastanza sicure nonostante l’età (stiamo parlando di autovetture costruite fino al 31 dicembre 1999), visto che a maggiori dimensioni corrisponde relativamente una maggiore sicurezza. In cambio si prendono autovetture munite di parecchi airbag ed anche di controllo della stabilità (quasi una su due in Italia), ma più piccole e più leggere. Il downsizing delle vetture da un lato e l’aumento della circolazione delle vetture Suv e fuoristrada (quelle che chiamano “truck” in America), a scapito delle vetture medie e medio-grandi, potrebbe portare a problemi nuovi in Europa. Le normative in fatto di sicurezza vengono aggiornate solamente in base all’evoluzione delle statistiche sugli incidenti stradali, dunque ci dovranno essere molti morti e feriti prima che si cambino le normative, se questo è il principio. Luoghi come il posteriore delle autovetture al momento sono vulnerabili agli impatti, figuriamoci quello delle vetture piccole.
Concludendo, e penso di ritornarci in altri post: le famiglie italiane si sono impoverite ed il mercato italiano è saturo di automobili; il cambiamento dei gusti nei consumi ci porterà ad una polarizzazione delle automobili circolanti con problemi di gestione della circolazione e della salvaguardia nuovi a cui si deve porre rimedio prima che ci siano troppe vittime in mezzo alle strade.
secondo me,il mercato automobilistico italiano rimane e rimarra quello cke e.....!
RispondiEliminaper me siamo fortemente a rischio. Le famiglie si sono indebitate molto ed anche lo Stato è indebitato, rischiamo di perdere in competitività e spostare i nostri soldi su altri lidi perdendoli... significa che poi ci ritroveremo con meno soldi da spendere ed acquistare meno auto.
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