Automatic Thumbnail

06/08/09

Fiat acquisisce Bertone, saranno salvaguardati i piani produttivi degli altri siti e l'occupazione dell'impianto torinese

fiat Fiat acquisisce la storia carrozzeria Bertone dal Ministero dello Sviluppo Economico. Lo rende noto il quotidiano online La Repubblica nella sua sezione dedicata ai motori. Il mese scorso il Lingotto aveva presentato a sorpresa la propria offerta per gli impianti della Bertone, mettendo in subbuglio il mercato. Fiat Automobilies Group, infatti, negli ultimi mesi è particolarmente attiva sul fronte delle acquisizioni, avendo presentato offerta per il gruppo Chrysler (andata in porto con l'acquisizione dei marchi Chrysler, Dodge e Jeep nonché tutte le tecnologie sui motori benzina e sui motori ibridi elettrici sviluppati in collaborazione con Mercedes Benz), per la Opel (azienda controllata dalla General Motor. L'offerta non ha avuto il successo sperato), la sigla delle joint venture in India (con la Tata) ed in Cina (produzione e vendita in loco della Fiat Linea, Fiat Grande Punto ed altri modelli, esclusa la Fiat Panda plagiata in cina da una casa concorrente). 


Sull'affare Bertone si è pronunciato il Ministro dello Sviluppo Economico, l'onorevole Claudio Scajola, che ha dichiarato: "La cessione a Fiat consente di garantire il futuro di uno stabilimento storico dell'industria piemontese. Il piano prevede, infatti, il riassorbimento di tutti i 1.137 dipendenti, che verranno gradualmente reinseriti nelle loro mansioni, e l'integrazione con la Chrysler per la produzione in Italia di alcuni modelli della Casa americana. Fiat ha inoltre precisato che le risorse che saranno investite nel rilancio della Bertone, pari a circa 150 milioni di euro nei prossimi tre anni, sono aggiuntive rispetto al piano industriale del Gruppo per l'Italia e non andranno, dunque, a deprimere gli investimenti negli altri siti produttivi nazionali". Le dichiarazioni del ministro sono importanti sotto diversi punti di vista. Il primo è che mette in chiaro le possibili vertenze su altri siti produttivi della Fiat in Italia, vedi Termini Imerese e Pomigliano D'Arco, che non dovrebbero essere toccate dal gruppo torinese. Il secondo è che parte della produzione Chrysler sarà presto in Italia, ma non nel sito di Pomigliano D'Arco, annoverato fino a qualche tempo addietro come possibile meta dei pianali Segmento D ed E della Chrysler su cui costruire anche le prossime berline medio-grandi e grandi dell'Alfa Romeo. Il terzo è che finalmente la Fiat investirà delle risorse in Italia, salvaguardando anche l'occupazione. Ora siamo in attesa dei commenti a caldo dell'amministratore delegato Fiat-Chrysler, Sergio Marchionne.

Nessun commento:

Posta un commento